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Tutte le piscine di cosiddetta “acqua dolce”, siano esse domestiche o professionali, necessitano di aggiunta costante di cloro per potersi mantenere pulite e sanificate. Esiste però un’alternativa all’utilizzo di questo agente chimico, ovvero il sale. Scopriamo quindi in cosa consistono le piscine ad acqua salata e come si possono mantenere anche a casa propria.
Come funziona una piscina ad acqua salata
Qualsiasi piscina, sia gonfiabile che interrata, può essere facilmente tramutata in piscina ad acqua salata scegliendo un clorinatore apposito, in grado di scindere il cloruro di sodio tramite elettrolisi. Questo processo farà sì che il tradizionale sale da cucina venga scomposto, dando origine a sostanze disinfettanti come il cloro naturale, la soda caustica e l’ipoclorito di sodio puro. Se si decide di convertire l’acqua della propria piscina, il sale, venduto di solito in pastiglie o direttamente in sacchi, andrà disciolto in una quantità di circa 4 g per litro. Chi prende questa decisione lo fa spesso per diminuire il consumo e il contatto con prodotti chimici potenzialmente dannosi, come lo è il cloro impiegato nella manutenzione delle piscine.
Far funzionare una piscina ad acqua salata è molto semplice, basterà montare uno sterilizzatore a sale che prenderà al suo interno l’acqua, rilasciandola pulita e ricca di cloro e ipoclorito naturali. Si tratta di un purificatore che necessita di pochi interventi di manutenzione ed è tutto sommato davvero semplice da installare su qualsiasi piscina.
Pro e contro della piscina ad acqua salata
Dopo aver visto in questo articolo la nostra guida completa alla manutenzione delle piscine da giardino, è il momento di soffermarci sulle piscine ad acqua salata con tutti i loro benefici e (forse) qualche punto a sfavore.
L’utilizzo del sale al posto del cloro renderà l’acqua meno aggressiva su occhi, pelle e capelli, e più adatta quindi per bambini, anziani e soggetti particolarmente sensibili. Inoltre, si eviterà lo sgradevole odore di cloro che tende a impregnarsi nella pelle soprattutto dopo lunghi periodi a mollo.
La piscina ad acqua salata garantisce, proprio come accade per il mare, una miglior capacità galleggiante data dal sale che svolgerà sulla pelle una naturale azione disinfettante in caso di ferite, foruncoli, piaghe e funghi.
Si tratta certamente di una soluzione meno impattante anche dal punto di vista ambientale: le acque rilasciate nella rete fognaria, infatti, essendo prive di sostanze chimiche artificiali, saranno anche meno dannose per l’ambiente circostante che le andrà ad assorbire. Inoltre, il sale presente nell’acqua di scarico delle piscine non è sufficientemente concentrato per causare un’alterazione nel pH dei fluidi della rete fognaria.
La stesso discorso sulla sicurezza vale per i manutentori e tutti coloro che entrano a contatto con la piscina e le sue parti: esporsi continuamente ad agenti chimici come il cloro può essere dannoso per la salute e se si possiede una piscina, gonfiabile o interrata che sia, è pressoché inevitabile.
Il costo di manutenzione della piscina ad acqua salata sono molto contenuti, tuttavia bisogna tenere in considerazione un investimento iniziale abbastanza cospicuo per l’acquisto di uno sterilizzatore a sale, non ancora così comune e a buon mercato come accade per quelli funzionanti a cloro.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la corrosività dell’acqua che, a contatto con materiali di scarsa qualità o comunque non idonei, rischia di rovinare la struttura portante prima del previsto.
Ultimo, ma non per importanza, è il pH dell’acqua che andrà tenuto sotto controllo più di frequente rispetto a quello di una piscina comune: i valori ideali stazionano tra il 7,2 e il, 7,6: nel caso vi fossero variazioni, è necessario acquistare prodotti appositi per il suo riequilibrio.
Manutenzione della piscina ad acqua salata
Il processo di manutenzione di questo tipo di piscina non differisce di molto dalle piscine con acqua dolce. Andranno pertanto somministrati periodicamente prodotti antialga, combinati con una pulizia del filtro e dello stesso clorinatore a sale.
Gli interventi più ingenti andranno eseguiti in autunno e in primavera, in vista della chiusura e della riapertura della propria piscina: in queste fasi è particolarmente importante il controllo di tutte le parti metalliche che, in presenza di acqua salata, sono più facilmente soggette a corrosione e usura.
L’unica concreta differenza nella manutenzione sta nel dover apportare una maggior attenzione nella misurazione dei valori dell’acqua, in quanto quella salata può subire variazioni di pH importanti. Tali sbalzi possono far diminuire il potere antisettico e igienizzante del sale, rendendo la piscina un luogo insalubre in cui fare il bagno.
Dopo aver tenuto in considerazione tutte queste indicazioni, siete in grado di tirare le somme e valutare se salare l’acqua della piscina faccia al caso vostro oppure no. I benefici dal punto di vista economico sono, a nostro avviso, innegabili, così come quelli per la salute in assenza di agenti chimici potenzialmente tossici e dannosi.
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